qualche giorno fa l'amico Alessandro mi ha segnalato questo articolo sul Corriere della Sera e ne approfitto per un commento condiviso perchè il tema mi sta molto a cuore, essendo alla base della mia scelta di venire qui.
Come capita spesso il giornalista ha dovuto costruire un caso per rendere l'articolo pubblicabile piazzando un bel titolone perentorio. E quante persone sono andate oltre il titolo verificando la corrispondenza con i fatti descritti nel testo? Ho notato che da quando i giornali sono in versione elettronica è quasi impossibile leggere un articolo per intero, troppe distrazioni ti portano a leggere le prime righe e cliccare altrove, alla fine nella testa rimane un guazzabuglio di urla e nessuna consapevolezza informata. O capita solo a me?
La
famiglia dell'articolo ha deciso di trasferirsi dall'Australia alla
Svezia, paese natale della moglie, sarebbe stato interessante che ci
spiegasse i motivi per cui ha scartato l'Italia tra le sue destinazioni. Comunque cerco di dare un contributo, riportando il confronto tra Sydney e Milano, che mi pare più proponibile di Sydney - villaggio svedese, anche per ritornare alla domanda ricorrente "come si sta in Australia?" a cui ho cercato di rispondere in un precedente post.
La violenza a Sydney: è innegabile che quasi ogni giorno ci sia una sparatoria, ma consideriamo che è una città di 5 milioni di abitanti e che gli episodi sono quasi sempre concentrati nella zona ovest della città, notoriamente più degradata, a 40 km dal centro. E poi le vittime sono spesso membri di gang rivali. A livelo di microcriminalità, quella che ci condiziona nella vita quotidiana, non temo di essere smentito dicendo che qui è decisamente un altro mondo rispetto a Milano. Vedo molti bambini in giro da soli e nella zona in cui vivo, nè esclusiva nè brutta, a metà tra centro e periferia, non c'è una casa con l'antifurto.
Stress: io non vedo gente stressata, se lo sono non lo dimostrano nè quando guidano nè quando ti raccontano della loro vita. In ufficio quasi tutti fanno 8 ore (pausa pranzo inclusa) e arrivederci.
I tassisti sono spesso una cartina di tornasole, mi capita di chiacchierare strada facendo e in generale sono persone soddisfatte di vivere qui. Di sicuro c'è traffico, la popolazione è aumentata molto rapidamente e la realizzazione di nuovi tunnel non riesce a stare al passo con l'incremento di vetture. Ma ditemi voi quante metropoli (prive di zone a traffico limitato) possono vantare una circolazione scorrevole.
Gli affitti negli ultimi anni sono diventati molto cari, questo è vero, 2500$ al mese per una villetta in un quartiere tipo il mio. Siamo arrivati in tanti, tutti con un lavoro e con la voglia di vivere bene, questo ha fatto salire i prezzi delle zone più ambite.
Non so se il costo dell'elettricità sia salito rispetto al passato, so solo che ora è in linea con quello italiano.
Ma gli stipendi sono il doppio rispetto all'Italia e questo non può essere omesso quando si parla di costo della vita. Ma com'è possibile che una firma del Corriere della Sera si limiti a registrare un mologo senza fare un minimo di approfondimento?
Il verde pubblico non manca, ovunque abiti sai che a poche centinaia di metri hai un parco col prato all'inglese, tavoli da picnic, giochi per bambini e barbeque elettrici tenuti puliti dagli addetti.
Le scuole pubbliche mi hanno dato un'ottima impressione per quello che ho visto parlando con i presidi. Se poi siano al livello di quelle svedesi non so, ma non direi che facciano rimpiangere quelle italiane.
Per concludere avranno avuto le loro ragioni per preferire un paesino nella Svezia rurale, senz'altro meno stressante di una grande metropoli e con un modello sociale considerato un riferimento dal resto del mondo. Però credo che maggior parte della gente troverebbe più stressante vivere per metà dell'anno al buio e al freddo, circondati da un mare gelido e parlando una lingua senza alcuna utilità.
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