venerdì 10 gennaio 2014

Alcol - una barriera culturale

Premesso che in Australia si vive bene per una serie di motivi, è un po' di tempo che volevo fare un post su una delle principali barriere culturali: il bere. Fatene tesoro perchè raramente chi viene in Australia parla delle difficoltà che incontra, ancor meno di quelle insuperabili.

L'Australia è stata fino a qualche decennio fa un territorio dell'Impero Britannico e ne ha ereditato molte caratteristiche sociali, tipo la dipendenza dall'alcol.
Premetto che non ho nulla contro gli Inglesi, è un popolo che ho sempre guardato con rispetto: confinati su un'isola, un clima orrido, tagliati fuori dagli scambi via terra con il resto dell'Europa, hanno saputo conquistare terre lontane e imporre la loro lingua come standard mondiale, e questo a fronte di una popolazione paragonabile a quella italiana.

Non ho la pretesa di fare una analisi sociologica, ma posso raccontare qualche episodio di questi 10 mesi.
Qualcuno ha coniato il termine "impatto culturale a scoppio ritardato" per descrivere quella situazione in cui arrivi in un paese nuovo, ti ambienti velocemente perchè hai la stessa matrice culturale (non sei nè cinese nè arabo), salvo poi renderti conto delle differenze col passare del tempo.

Se credi nel paese in cui sei arrivato vorresti azzerare tutto quello che ti rende estraneo, perdere l'accento, mangiare lo stesso cibo e vestirti allo stesso modo, ma nel caso del bere mi dissocio, non mi ubriacherò ogni sabato per arrivare al punto in cui mi sembra una buona idea, e pazienza se non sarò di compagnia agli eventi sociali.



L'Alcol
La prima banale considerazione è che mentre per un italiano il bere fa parte della tradizione culinaria (pizza-birra, carne-rosso, pesce-bianco), per un Australiano bere (molto) alcool è un modo per divertirsi e non richiede necessariamente che si mangi.
Inizialmente pensavo che la cosa non mi riguardasse, ma col tempo mi sono reso conto che gli eccessi producono contromisure che colpiscono tutti:
  1. un giorno mi sono trovato con gli amici alla spiaggia di Bondi, la piu' famosa dell'Australia. Mi sono portato il pranzo al sacco e qualche birra da offrire sarebbe stata perfetta... NO! Gli alcolici sono vietati in quella spiaggia e ho dovuto ripiegare sul succo di frutta. Già perchè se non fosse vietato chissà quante se ne vedrebbero in quella spiaggia frequentata da migliaia di giovani. Giuro che volevo solo bermi una birra, pazienza.
  2. Sono in un grande ristorante, la sala piena di famiglie con bambini, ad un banco si ordina da mangiare e ad un altro le bevande. Vado a prendere da bere con mia figlia che mi accompagna in modo da aiutarmi coi bicchieri e il barista mi fa notare che lei deve allontanarsi dal bancone. il bancone del bar è all'interno del salone pieno di bambini, ma bisogna sapere che c'è una linea immaginaria ad un metro dal bancone che solo i maggiorenni possono valicare. E' la legge.
  3. Giorni fa eravamo al mare, di ritorno da una escursione sulle dune di sabbia, sete a 1000 e desiderio di una birra...  troviamo dei bar ma non vendono alcolici... entriamo in un caffè/ristorante ma ci dicono che la loro licenza consente di dare alcolici solo a chi si ferma a mangiare, infine trovo un pub con la licenza ma vietato ai minori... e che palle!!!
    Poi ho scoperto che c'era la possibilità di accedere alla sala "bistrot" del pub e lì finalmente avremmo avuto bere una birra e una cocacola tutti insieme, ma poco prima avevo comperato per disperazione un pacco di birre in un negozio di alcolici e con le birre sottobraccio al pub non mi avrebbero fatto entrare. E probabilmente non avrei neanche potuto berle per strada in mezzo alle famiglie che passavano, quindi l'unica soluzione è stata andare a berle di nascosto in albergo...
    In sintesi se sei in giro con dei minorenni e vuoi farti una cavolo di birra la vita diventa piuttosto complicata, non sai mai dove puoi entrare e dove no.
  4. Vai in una pescheria/friggitoria del porto e scopri che per accompagnare il pesce c'è solo acqua o cocacola perchè molti ristoranti, specialmente quelli piu' economici, non hanno la licenza per gli alcolici 
  5. Gli alcolici non li trovi al supermercato, ma sono venduti solo nei liquor store, dove viene chiesto un documento se la maggiore età non è ovvia.

E poi c'è dell'altro. In Australia la criminalità è molto piu' bassa che in Italia, non ci sono sacche di disperati senza lavoro nè dimora che vivono stuprando, rubando e investendo pedoni mentre guidano ubriachi. Non è il paradiso ma sicuramente ci sono meno tensioni sociali, meno delinquenza comune e organizzata. Però non c'è weekend senza che nei pub del centro qualcuno finisca in ospedale per un un pugno tirato da un ubriaco alle 3 del mattino. Il più delle volte si tratta di attacchi pretestuosi, aggressività potenziata dall'alcol (alcohol fuelled violence).
C'è di buono che lo stato reagisce in fretta, grazie al federalismo ogni stato dell'Australia è agile nel promulgare leggi ad hoc per le necessità locali, come quella che inasprisce l'omicidio determinato da un pugno ("king hit" in slang Australiano), da preterintenzionale a volontario, fino a 20 anni di prigione, che tu abbia bevuto o meno.

Al di là di questi eccessi, il bere molto negli eventi sociali è comunque considerato normale. Quando chiedo ai miei colleghi come hanno trascorso il weekend la risposta tipo è: "sabato a bere con gli amici e domenica a riprendermi dalla storta".
Per contro c'è piu' attenzione a non guidare dopo aver bevuto, molti tornano a casa in taxi o con i mezzi pubblici, che a differenza di quelli di Milano sono frequentabili anche all'una di notte e anche da donne sole.
E poi c'è anche l'amico irlandese che ieri per un lutto in famiglia (zia) si è scolato 3 bottiglie di vino. Questa mattina è arrivato in ufficio con la faccia di chi era appena uscito dalla sbronza.

Sempre a proposito di tradizioni inglesi... il Cricket. Qualche giorno fa si giocava la finale Australia-Inghilterra nel torneo chiamato Ashes ("le ceneri", il cui trofeo è rappresentato da una piccola urna contenente le ceneri di una pallina).  Il cricket è così intriso di formalismi che perfino il pubblico deve attenersi a regole per poter accedere allo stadio. Qualche giorno fa ad una avvocata è stato vietato l'accesso alla tribuna perchè indossava una gonna sopra al ginocchio. Le regole stabiliscono che "la gonna deve avere una lunghezza rispettabile".
La donna ha fatto notare che sopra la gonna indossava un cappotto più lungo, ma le è stato obiettato che "non è accettabile perchè si potrebbe togliere l'impermeabile in qualsiasi momento senza preavviso". Oddio!

Giudicate voi.


A proposito di inglesi... ieri ero all'ufficio postale a comperare dei francobolli per le cartoline, ho chiesto se ne avessero di carini, mi risponde "sì, sono appena arrivati quelli del battesimo del principino".
E io "ma non c'è qualcosa di meglio? Che so, gli animali australiani?", risposta secca "No!".






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